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mercoledì 14 settembre 2016

Il racconto di Young Factor a Madrid

Il testo dell'intervento sul progetto "Young Factor - Insieme per un compito" tenuto a Madrid lo scorso 3 settembre, presso la Fundación Acogida, nell'ambito della VI Edizione di "¿Podemos educar hoy?"

Convegno
"¿Cómo 
queremos educar?
Cari amici,
prima di iniziare la mia testimonianza desidero ringraziare Angel e tutti voi per l’opportunità che ci offrite. Voglio inoltre ringraziare gli amici della Confraternita per la compagnia che ci facciamo senza della quale oggi non sarei qui.
Grazie alla collaborazione con Diego e ad altre opere siciliane, negli ultimi 12 mesi con l’Associazione “Hic et Nunc”, di cui sono direttore, siamo stati impegnati nella realizzazione di quello che considero un grande progetto educativo. Il progetto si chiama “Young Factor – Insieme per un compito” e per me e la mia associazione è stato un grandissimo dono che ci ha permesso di incontrare più di 1.000 studenti delle scuole superiori della Sicilia orientale. Ai giovani studenti incontrati abbiamo proposto un percorso didattico sulla legalità e la giustizia a partire dal “senso religioso” che caratterizza ognuno di noi. Tutti infatti sentiamo forte l’esigenza di vivere in modo vero, bello e secondo giustizia, tanto che ci ribelliamo di fronte ad atti che riteniamo poco rispettosi dell’uomo e della realtà. Dal percorso didattico proposto agli studenti mi piace estrapolare due immagini che ritengo particolarmente importanti: l’Icaro di Matisse e un fotogramma del film I miserabili (tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo) che ritrae lo sguardo carico di misericordia che il vescovo Myriel rivolge a Jean Valjean nell’attimo in cui lo perdona per il furto commesso. Tramite queste due immagini abbiamo messo in evidenza come la giustizia sia un problema che caratterizza l’uomo di ogni epoca, rispetto al quale l’uomo storicamente ha risposto dotandosi delle leggi: seguire le regole allora significa anzitutto rispettare se stessi e se una legge non è “giusta” bisogna lavorare affinché venga cambiata. Agli studenti abbiamo spiegato che tale esperienza però è possibile solo se incontrano persone come il vescovo Myriel che ci aiutano a mantenere sempre di colore rosso quel puntino evidenziato da Matisse nel suo dipinto. Altrimenti le gambe deformate e pesanti finiscono per tirarci verso il basso, mentre noi siamo fatti per tendere verso le stelle.
Il giudizio che traggo dal lavoro svolto negli ultimi mesi è l’aspetto che sottolineavo all’inizio: il progetto YFactor, prima ancora che un tentativo educativo rivolto agli studenti, è stato una grande occasione educativa anzitutto per me. Fermandomi un attimo a riflettere e a tentare un giudizio sulla mia esperienza, dopo aver incontrato numerosi studenti, dopo aver trasmesso loro contenuti originali, dopo l’aiuto concreto e continuo che ci siamo dati con Diego e gli altri amici coinvolti nel progetto, non posso fare a meno di osservare come il Mistero agisca indipendentemente dalla nostra volontà. Il mio intento era educare i giovani a osservare la realtà in modo diverso, invece il lavoro su YFactor ha cambiato e corretto il mio modo di osservare e vivere la realtà che, mi rendo conto, spesso affrontavo in modo ideologico. Grazie a YFactor ho più chiaro che è possibile trarre qualcosa di positivo da tutte le persone che incontriamo e che nessuno è contro di noi. Per cui se oggi riesco a stare assieme, condividere e lavorare con persone che sino a ieri consideravo peggio della peste il merito non è mio, ma dell’opportunità che mi è stata offerta. Il titolo del Meeting di Rimini di quest’anno era: "Tu sei un bene per me", che l’altro sia un bene per me ho cominciato a capirlo anche grazie al progetto YFactor. Soprattutto lo capisco attraverso la compagnia che mi fate, compagnia che ritengo necessaria per riuscire a mantenere sempre di colore rosso il cuore rappresentato da Matisse. L’unica possibilità per essere educatore per me è continuare a seguire questa compagnia.
Grazie.

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